Domenica 18 Ottobre | Boschi e spiritualità nel Ticino

Ritrovo alle ore 10,10 Milano Porta Genova.
Partenza alle ore 10,40 in treno con arrivo ad Abbiategrasso alle ore 11,04.
Rientro alle ore 17,53 in treno da Vigevano con arrivo a 10,10 Milano Porta Genova alle ore 18,32.
Itinerario: Abbiategrasso, Morimondo, Sforzesca, Vigevano.
Interesse: storico, naturalistico.
Percorso di 55 Km.
Dislivello: 95% pianura, 5% collina.
Fondo: 60% asfalto, 40% sterrato.
Bici: mountain bike, ibrida, city bike.
Difficoltà: *** Media.
Pranzo: al sacco.
Costo: 15 Euro, comprende il biglietto del treno con il trasporto della bici.
Termine iscrizione: entro le ore 14 di sabato 17 ottobre.
Note: Assicuratevi di ricevere una risposta quando prenotate.
Non sono ammesse partecipazioni parziali all’iniziativa o cambi di alcun tipo al programma.
Stefano Antonelli cell.3461214630 ab.0255602361 fanti.sognanti@yahoo.it

Boschi e spiritualità nel Ticino.

Pedalare in equilibrio su un monociclo sospesi sul filo teso tra la fantasia e la follia non è solo esibizionismo e questo lo sanno bene tutti quelli che ci hanno provato e hanno capito che quando si guarda il mondo da lassù perfino un semplice respiro,
un’emozione o un pensiero possono essere fatali.

Per vivere un’esperienza simile correndo meno rischi

è sufficiente per esempio allineare corpo, cuore e mente

accordandoli alla cadenza lenta di agevoli pedalate

sulla ciclabile del Naviglio di Bereguardo e andare così

da Abbiategrasso alla volta di Morimondo

fino a ritrovarsi davanti all’abbazia cistercense.

Abbatia Sancte Marie de Morimundo fondata nel 1136

da monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia

è un luogo ricco di storia e spiritualità

edificata con un’architettura rimasta inalterata

al rinascimento e al barocco e usata come linguaggio

per trasmettere i valori dello spirito.

Il nome “morire al mondo” inteso come “vivere da risorti”

oltre a suonare bene indica il significato profondo della scelta religiosa

di abbandonare la vita sociale per vivere la propria dimensione spirituale.

L’anima del posto pervasa di spiritualità e natura la ritroviamo

anche nel bel verde del prato che in curva conca armonica

scende leggero per una stradina gentile verso il Ticino e prelude

al piacere di attraversare la tranquillità dell’ambiente rurale

pedalando tra cascine e filari di alberi.

Poi le tracce diventano più strette

ed entrano nei boschi che costeggiano il fiume

alternando la vista aperta sulle acque correnti

al fitto boschivo di sentieri

dove l’esperienza insegna a prestare attenzione

alle categorie di persone strane

che si incontrano donando la capacità

all’osservatore attento di leggerne l’interiorità.

Tra questi, cicloturisti a parte, ci sono i cavalieri,

i pellegrini, i cercatori d’oro, i fotografi di libellule

oltre ovviamente ai fanti nostrani

che mi piace pensare fuori dal mondo ma vivi e sognanti.

Proseguendo sui pedali, al termine del primo tratto

sbuchiamo al ponte di barche

che ritmando il passaggio con la battitura delle assi

ci porta a imboccare il sentiero E1

sull’altra sponda in un altro bosco.

Una volta fuori la cicloturistica è deliziosa

con curve morbide in leggera pendenza

ci permette di pedalare piacevolmente

fino a Sforzesca e poi sempre per stradine sottratte al traffico petrolifero

arriviamo alla Piazza Ducale di Vigevano

che da sola vale un viaggio.

Alla fine della giornata è un senso ineffabile…

ma qualcosa è cambiato e il sogno è sempre più grande.



 


 

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